26/03/2015 - 12:37

Appennino Tosco-Emiliano: fare cooperazione di comunità per lo sviluppo locale

Si è concluso a Bologna, martedì 24 marzo, il percorso della Scuola della cooperazione di comunità, iniziato a Succiso e Cerreto Alpi nel Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano, promossa dalla Alleanza delle Cooperative Italiane dell'Emilia-Romagna e di Reggio Emilia.
"Fare cooperazione di comunità per lo sviluppo locale. Esperienze, competenze e strumenti operativi per la cura e la valorizzazione dei territori attraverso la cooperazione di comunità": questo il tema del convegno finale che si è svolto nella Sala Poggioli della Regione Emilia-Romagna, in via della Fiera 8 a Bologna. Cuore dell'iniziativa la presentazione delle esperienze di alcune cooperative di comunità dell'Emilia-Romagna: I Briganti di Cerreto di Cerreto Alpi (RE), la cooperativa OltreValle di Brisighella (RA), la cooperativa FareCampo di Campogalliano (MO) e la cooperativa Valle dei Cavalieri di Succiso (RE). Il progetto "La cooperativa è una comunità", infatti, è nato dalla significativa esperienza delle cooperative situate nell'alto Appennino reggiano, in particolare la cooperativa I Briganti di Cerreto di Cerreto Alpi e la cooperativa sociale Valle dei Cavalieri di Succiso. E proprio a Succiso e a Cerreto Alpi, la Scuola della cooperazione di comunità ha organizzata 4 giornate di incontri, tra ottobre e novembre 2014, che hanno visto numerosi e qualificati partecipanti, provenienti da molte regioni italiane.

Queste cooperative di comunità sono nate in piccoli paesi, con l'obiettivo di mantenere in quel luogo una comunità viva, attraverso la forma dell'impresa cooperativa, creando i presupposti economici perché la gente del paese (specialmente i giovani), e il territorio nel suo complesso non scivolino a valle. Questo è stato possibile perché la comunità ha dato vita ad una impresa economica, in forma cooperativa, che ha creato lavoro, ha dato risposte in termini di servizi agli abitanti del paese e ha saputo realizzare forme di ricettività prima non esistenti, anche innovative. Oggi l'esperienza delle cooperative di comunità si sta però sviluppando, non solo nelle aree interne, ma anche nei quartieri delle città o in paesi di pianura: la necessità di dare risposte a nuove esigenze sociali, il desiderio di rivitalizzare lo spirito comunitario, la voglia di valorizzare un territorio, l'esigenza di creare possibilità di lavoro a chi vuole rimanere legato alla sua terra o al suo quartiere, sono alcune delle motivazioni che stanno concentrando l'attenzione di sempre più cittadini e associazioni verso la forma cooperativa come espressione di una comunità.

Ai lavori della giornata conclusiva hanno partecipato l'assessore all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Simona Caselli, il presidente della Alleanza delle Cooperative Italiane Emilia-Romagna Giovanni Monti, per l'Alleanza Cooperative Italiane Maurizio Davolio e Giovanni Teneggi, mentre Federica Bandini e Renato Medei, dell'Università di Bologna, hanno presentato una importante ricerca sul fenomeno delle cooperative di comunità. Alla tavola rotonda "Le cooperative di comunità sono utili. Cosa serve per il loro sviluppo?", hanno partecipato con Ivan Stomeo, presidente Borghi Autentici d'Italia, Alessandra Bonfanti, responsabile PiccolaGrandeItalia di Legambiente, Stefano Ferrari dell'Unpli, Comitato Pro Loco Emilia-Romagna, Paolo Bargiacchi, sindaco di Collagna (RE) e Paolo Venturi, direttore di Aiccon. Ha concluso i lavori Francesco Milza, vicepresidente Alleanza Cooperative Italiane Emilia-Romagna.
Marilisa Romagno
autore