18/07/2013 - 14:00

Ambiente: certificazione Emas per il porto di Trieste

Parte dal secondo porto più trafficato d'Italia un "green new deal". A maggio l'Autorità Portuale ha siglato con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, presieduta da Edo Ronchi, un accordo di partenariato per realizzare un modello avanzato di gestione ambientale delle attività.
La sfida della sostenibilità ambientale è da tempo al primo posto nell'agenda dell'Autorità Portuale di Trieste, che ha messo il tema al centro dell'incontro intitolato "Gli obiettivi ambientali del Porto di Trieste", proposto a istituzioni, addetti ai lavori e giornalisti, all'interno della centrale idrodinamica nel Porto Vecchio della città. Dopo l'imbarco sulla nave "Delfino Verde" e un giro attraverso lo scalo, il meeting si è concentrato sulle strategie per la gestione ambientale delle attività portuali dello scalo giuliano. L'Autorità, proprio al fine di migliorare le sue performance sotto il profilo "green", ha avviato un progetto articolato per arrivare anche alla certificazione Emas, un sistema di gestione e controllo ambientale che prevede innanzitutto l'analisi ambientale delle attività e del contesto. Al tavolo dei relatori, Marina Monassi, presidente dell'Autorità Portuale di Trieste, Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Antonio Paoletti, presidente della Camera di Commercio di Trieste, Anna Maria Maggiore, del Ministero dell'Ambiente, Maurizio Spoto, direttore dell'Area marina protetta di Miramare. Con l'obiettivo di realizzare un modello avanzato di gestione ambientale delle attività di uno dei porti più trafficati d'Italia, l'Autorità Portuale di Trieste a maggio scorso ha siglato con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile un accordo di partenariato. "L'obiettivo - aveva spiegato allora il presidente Monassi - è dotarci di una nuova strategia gestionale, in stretto rapporto con i nostri utenti e operatori, per ottenere il miglioramento delle performance ambientali in tutta trasparenza".

Il panel di esperti riunito a Trieste si è confrontato dunque con i rappresentanti di istituzioni, mondo economico, addetti ai lavori e media, per discutere del futuro del porto di Trieste nel contesto delle strategie su cui la Regione Friuli Venezia Giulia intende scommettere per il rilancio del nostro sistema dei trasporti e della logistica, anche nell'ottica vincente dell'intermodalità. Una strategia di sviluppo che l'Autorità Portuale ha da tempo sposato con convinzione e che si accompagna all'impegno per il Porto di presentarsi sullo scenario nazionale e internazionale con un "pedigree" tarato su standard di qualità e sostenibilità ambientali in grado di competere a livello globale. "Ed è proprio in questa direzione che ci stiamo muovendo a passi celeri - ha spiegato la presidente Marina Monassi - tanto che abbiamo avviato questo progetto anche per arrivare alla certificazione Emas, traguardo che ci consentirà di consolidare ulteriormente la nostra vocazione 'green'. Così, il nostro ente si doterà di una nuova strategia gestionale, impegnandosi a realizzare in tutta trasparenza un piano di continuo miglioramento delle performance ambientali". "Il porto di Trieste, il territorio e il mare sono un unicum di ricchezze ambientali e naturali, culturali e della laboriosità dei suoi cittadini. Per garantire la tutela e lo sviluppo che merita, è necessario puntare su innovazione, responsabilità e sostenibilità, in particolare verso la green economy. E' su questi terreni che si gioca la possibilità di affrontare le crisi, economica sociale e ambientale, che colpiscono anche il nostro Paese e di essere competitivi anche nel settore marittimo", ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. "Dal punto di vista logistico - ha aggiunto Ronchi -, il porto di Trieste vanta già una forte integrazione tra trasporto via mare e via rotaia, che va sicuramente valorizzata come carta vincente anche dal punto di vista ambientale".

In questo contesto, l'Emas è una delle scommesse per il Porto di Trieste, che diventerebbe, dopo Livorno, il secondo in Italia a dotarsi di questa certificazione e uno dei pochi in Europa. Con conseguenti sensibili vantaggi anche interni all'organizzazione, grazie all'ottimizzazione e gestione dei processi, avendo così ben chiari i singoli aspetti in modo da essere più efficaci anche in termini di prevenzione e sicurezza. "A garantire il risultato - commenta il presidente Monassi - è anche il coinvolgimento di tutti i livelli aziendali, presupposto di un clima di collaborazione e responsabilità indispensabile per fare il salto di qualità nel sistema di gestione dell'Autorità portuale". Rinnovato impegno, dunque, per rafforzare la posizione dello scalo giuliano in un contesto europeo e mediterraneo particolarmente complesso, dinamico e competitivo anche sui temi della sostenibilità. Del resto, è questa la direzione indicata dai provvedimenti europei anche del settore dei trasporti marittimi e finalmente, seppure ancora molto timidamente, da organismi internazionali come l'Imo (International Maritime Organization delle Nazioni Unite). Maurizio Spoto, direttore dell'Area marina protetta di Miramare, ha sottolineato che "green e blue economy offrono uno sviluppo non solo astratto, ma concreto alla provincia di Trieste". A questo proposito il direttore ha poi illustrato l'idea di realizzare nel golfo di Trieste un'area Mab, "Man and Biosphere" con l'Unesco, progetto nato negli ultimi tre anni, "che presuppone una forte sinergia tra i diversi soggetti interessati allo sviluppo sostenibile". L'idea è stata accolta con favore da Anna Maria Maggiore del Ministero dell'Ambiente, che ha suggerito l'inserimento di Trieste, tramite l'area Mab, "nella rete mondiale di laboratori dove sperimentare la green economy. Per la Mab - ha aggiunto - si potrebbe ipotizzare anche un ulteriore allargamento". "Le Camere di commercio italiane, attraverso le linee strategiche collegate all'economia del mare, sono impegnate - ha affermato in conclusione Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio di Trieste -, nello sviluppo di percorsi di sostenibilità e di servizi ambientali a supporto dei sistemi portuali e delle imprese che operano in ambito portuale. Tutto ciò rafforzando il ruolo della Camera di commercio quale soggetto significativo per la crescita della filiera eco-compatibile derivante dalla funzione di interfaccia che il sistema camerale svolge nei confronti degli operatori per diversi adempimenti di carattere ambientale, legati per esempio all'Albo Gestori Ambientali". Paoletti, inoltre, ha chiesto a Edo Ronchi e al Ministero dell'Ambiente di entrare con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile nel Comitato scientifico per il Parco del Mare di Trieste.

A margine del convegno, la presidente Monassi ha poi commentato la sentenza del Tar regionale sul porto vecchio di Trieste, favorevole a progetti di recupero. "Le sentenze si applicano, e come Autorità Portuale la applicheremo in toto con grande equilibrio, quindi mi sembra molto bene". La presidente ha fatto sapere che sul bando per manifestazioni di interesse per il Porto Vecchio in scadenza il 23 luglio "sono arrivate parecchie segnalazioni e altre ne arriveranno ancora". Per quanto riguarda il rapporto tra Apt e Portocittà Spa, la presidente ha detto che "la sentenza lascia aperti degli spiragli per chiudere eventualmente molto bene su degli accordi, loro hanno progettazioni sulle reti molto interessanti, potrebbe essere un equo scambio". Infine sull'ipotesi di spostamento, riduzione o addirittura chiusura del punto franco, Monassi ha affermato che "bisogna essere elastici, dobbiamo preservare il bello senza rinunciare al lavoro per le imprese, per cui sono aperta a tutte le ipotesi". Da Edo Ronchi è arrivato un secco "no" all'ipotesi di un rigassificatore nel golfo di Trieste. "E' la collocazione più sbagliata che ci possa essere", ha detto Ronchi. "Oltre ai problemi ambientali - ha spiegato - ci sono anche i problemi di traffico nel canale, perché purtroppo queste gasiere hanno la priorità nell'accesso al porto e quindi rischiano di ostacolarne le funzionalità e lo sviluppo". Una posizione condivisa dalla presidente dell'Apt Marina Monassi. "Il nostro no al rigassificatore - ha detto - non è solo dovuto a un fatto economico per l'entrata e l'uscita delle navi, che per noi è vitale, ma è anche legato alla volontà di preservare il bene incredibile del meraviglioso golfo di Trieste".
foto: bora.la
Tommaso Tautonico
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