28/03/2017 - 16:31

Ambiente: aree protette a forte rischio speculazione

La riforma della legge 394/91 (legge quadro sulle aree protette) passerà alla storia per la più grande e grave speculazione mai fatta sui parchi e le aree verdi italiani.
aree protette
La Commissione ambiente della Camera, dopo le prime pallide aperture del relatore della legge, onorevole Borghi, e del presidente della Commissione, onorevole Realacci, non ha recepito le sostanziali e fondamentali modifiche ripetutamente chieste dalle Associazioni nazionali Italia Nostra, WWF, ProNatura, Mountain Wilderness, LIPU,ENPA,CTS e VAS. Nessun ascolto, nessuna volontà di mettere mano a punti fondamentali della riforma, la Governance delle aree protette, completamente stravolte e "tradite" dall'articolo 4, quello che definisce le figure apicali e dirigenziali peggiorato rispetto alla precedente legge: il Presidente resta di nomina politica e per la sua designatura non è richiesta nessuna competenza specifica e riconosciuta in materia ambientale e culturale; nessuna competenza e nessun requisito d'alto profilo professionale in materia sia amministrativa che di conoscenza dei temi di conservazione naturalistica (biodiversità , ambiente, paesaggio) sarà richiesta per il Direttore, figura tecnica fondamentale nella gestione dei parchi.

Un abuso di potere per tutti coloro che chiedono, al contrario, direzioni autonome, autorevoli a livello professionale e scientifico-culturale, capaci di disegnare una programmazione strategica sia di livello gestionale che di promozione internazionale delle nostre aree protette. La rappresentanza dello Stato sparisce dal Consiglio Direttivo, per far posto a rappresentanze degli amministratori locali e degli interessi produttivi degli agricoltori o in alcuni casi dei pescatori sbilanciando le decisioni degli enti parco verso una cultura del localismo territoriale.

A tutela della conservazione della natura e della biodiversità rimangono solo tre rappresentanti, senza che venga richiesta alcuna competenza di chiara fama a livello culturale e scientifico sulle materie necessarie per una strategia conservativa e di valorizzazione di un parco. Gli articoli che trattano i nullaosta e l'iter autorizzativo per interventi edilizi nelle aree protette e nei parchi non sono per niente chiari e rischiano di generano confusione di interpretazione. Altri temi non recepiti sono l'adeguamento del ddl 4144 alla normativa europea ormai acclarata che riguarda l'inquadramento delle aree umide, la gestione e controllo della fauna.

La nuova legge riconosce solo royalities (in alcuni casi solo dell'1%) una tantum e non annuali quale contributo compensativo per lo sfruttamento delle realtà industriali già operanti nei parchi, cancellando quel minimo riconoscimento di introiti rispetto alle alterazioni paesaggistiche e al disturbo naturale causato da oleodotti, rinnovabili, elettrodotti ecc. Infine la nuova legge non riconosce pari dignità nazionale alle Aree Protette Terrestri e alle Aree Marine Protette. Tra i pochi riconoscimenti accolti, l'aver introdotto nella messa a sistema dei parchi anche quelli regionali in modo da permettere l'accesso ai finanziamenti, l'aver reinserito il programma triennale finanziandolo con 30 milioni di euro dal 2018 e la parità di genere.
Tommaso Tautonico
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