26/09/2022 - 11:20

Alternative eco-friendly all’acqua nelle bottiglie di plastica

Ambiente e sostenibilità

Il problema della plastica

acqua di rubinetto [Foto di Jonas KIM da Pixabay]

Il problema della plastica

La plastica, come è noto, è un materiale non biodegradabile. Con l'usura del tempo, ogni pezzo di plastica si disintegra in micro-particelle che finiscono per lo più in mare, dove possono essere ingerite dagli animali marini, entrando così in circolo nella catena alimentare. Per questo motivo l’Unione Europea è in prima linea nella lotta contro l’inquinamento da plastica e dal 3 luglio 2021 ha bandito l’immissione di nuovi prodotti realizzati in plastica monouso come piatti, posate, cannucce.

Ma oltre alla plastica usa e getta, un’altra possibile fonte di inquinamento è costituita dagli imballaggi e tra questi spiccano le bottiglie di plastica. Gli italiani, in particolare, sono i secondi più grandi consumatori al mondo di acqua minerale in bottiglia, con 208 litri pro capite consumati all’anno contro una media europea di 118 litri. E così fin troppo spesso ci troviamo a bere dell’acqua imbottigliata senza renderci conto del potenziale impatto che questo gesto può avere sull’ambiente.

Nel corso degli ultimi decenni, visto che le acque pubbliche italiane sono spesso ottime da bere e non hanno nulla da invidiare a quelle imbottigliate, sempre più Comuni e aziende si sono prodigati per progettare e realizzare soluzioni eco sostenibili che vanno a limitare l’utilizzo della plastica. Dall’aumento delle fontanelle pubbliche ai depuratori dell’acqua di rubinetto, dalle borracce riutilizzabili alle sfere di gelatina. Vediamo insieme queste alternative ecologiche alle bottiglie in plastica.

L'acqua del rubinetto

Alcuni italiani spesso guardano con sospetto l’acqua del rubinetto, considerandola di scarsa qualità o peggio, poco controllata.
Si tratta, però, di un pregiudizio che non ha alcun fondamento: infatti, in caso di approvvigionamento da un acquedotto pubblico, l’acqua è potabile e di alta qualità perché sottoposta ad un processo di potabilizzazione, come disciplina la normativa vigente.  Attualmente, circa la metà della popolazione maggiorenne italiana, il 47%, dichiara di bere sempre o quasi sempre l'acqua potabile del rubinetto, in casa e fuori casa. Complice la pandemia, nell’ultimo anno ben tre italiani su quattro hanno bevuto acqua del rubinetto (trattata e non), con un tasso di crescita di oltre il 5%.

Le fontanelle pubbliche

Le fontanelle pubbliche non sono solo funzionali, ma sono anche dei manufatti che in alcuni casi diventano simbolo delle nostre città: si pensi al forte potere evocativo che hanno ad esempio i caratteristici Nasoni di Roma, i Torèt di Torino o le Vedovelle di Milano.
È possibile addirittura scaricare e utilizzare delle app per bere acqua con funzionalità diverse: dalla mappatura dei punti idrici - che può essere un valido aiuto per individuare la fontanella più vicina – al monitoraggio dell’idratazione giornaliera.
Insomma le fontanelle pubbliche non sono solo protagoniste delle nostre città, ma rappresentano anche una risorsa da dover sfruttare al meglio.

Le borracce in acciaio, alluminio e vetro

Le borracce – che possono avere caratteristiche differenti in base al materiale con cui sono realizzate - sono un valido alleato per evitare di utilizzare le bottiglie di plastica.
Le borracce in acciaio e in alluminio sono pratiche, durature e riescono a mantenere ad una temperatura ideale l’acqua o le nostre bibite preferite, come succhi o infusi.
Tra quelle più vendute troviamo quelle in vetro, sebbene siano più fragili e allo stesso tempo più pesanti rispetto a quelle in acciaio. Aspetto positivo è sicuramente la facilità con cui possono essere pulite e l’estetica di maggiore impatto rispetto ai prodotti in acciaio o in alluminio.
È evidente il successo che le borracce stanno raccogliendo, soprattutto rispetto a pochi anni fa. Questo è uno dei segni che indica che la consapevolezza verso le tematiche ambientali degli utenti sta crescendo in modo significativo.

Le sfere di gelatina

Queste piccole bolle biodegradabili a base di estratti vegetali e alghe potrebbero rappresentare un'ottima soluzione per dissetarsi senza lasciare residui inquinanti. La membrana che riveste queste bolle è infatti commestibile. Ad oggi tuttavia non esiste ancora una produzione su larga scala, per cui bisognerà aspettare ancora un po' prima di vedere questa soluzione tra gli scaffali dei nostri supermercati.

 

Sull'argomento leggi anche: "Microplastiche, acqua e ambiente: facciamo chiarezza"

Andrea Pietrarota
Direttore Responsabile
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