13/01/2016 - 13:14

Agroalimentare, nella legge di Stabilità 21 mln per le biotecnologie sostenibili

Nella legge di Stabilità 2016 sono stati stanziati 21 milioni di euro per il finanziamento del più importante progetto di ricerca pubblica fatto nel nostro Paese sulle biotecnologie sostenibili.
A ricordarlo è il ministero delle Politiche agricole che in una nota spiega come il piano di finanziamento sia articolato su tre anni e la regia dell'operazione spetti al Crea, il centro di ricerca specializzato del Mipaaf. All'interno del Crea, che nell'ultimo anno è stato rinnovato e reso più efficiente, figurano alcune tra le più importanti professionalità italiane nel campo della ricerca agroalimentare, come ad esempio lo staff che è stato protagonista del sequenziamento del genoma del frumento con importanti riconoscimenti internazionali. 
 
Ma vediamo nel dettaglio in che modo funzioneranno i finanziamenti. Il Piano triennale prevede iniziative di ricerca in laboratorio con biotecnologie più moderne e sostenibili come il genome editing e la cisgenesi. Questi strumenti possono consentire infatti un impegno mirato di miglioramento genetico senza alterare le caratterizzazioni produttive del sistema agroalimentare, aumentandone le performance anche rispetto alla resistenza alle malattie. I ricercatori italiani sono impegnati su questi versanti, ma fino ad oggi non erano mai state investite risorse da parte del governo per finanziare analoghe tipologie di studi. Verranno così potenziati i filoni di ricerca già attivi e soprattutto avviati nuovi percorsi sulle colture che caratterizzano di più l'agricoltura italiana. 
 
Il tratto essenziale che caratterizza queste biotecnologie è dato dal risultato finale ottenuto: i prodotti cisgenici o ottenuti per genome editing, non essendo realizzati con "inserimenti" estranei a quelli propri della specie, sono del tutto simili a prodotti ottenuti per incrocio tradizionale. Il miglioramento genetico vegetale rappresenta uno dei settori attraverso il quale è possibile aumentare competitività, efficienza produttiva e sostenibilità del sistema agricolo, favorendo l'adattamento ai cambiamenti climatici, e contribuendo alla qualità delle produzioni, sia con riferimento al potenziamento delle proprietà salutistiche e nutraceutiche, sia diminuendo la necessità di ricorrere all'uso dei fitofarmaci.
 
Le colture coinvolte sono vite, olivo, pomodoro, pesco, albicocco, agrumi, frumento, melanzana, melo, ciliegio, pioppo. Negli ultimi anni, l'approccio cisgenico in Italia è stato utilizzato per migliorare la resistenza ai patogeni nel melo, creando ad esempio una mela che resiste alla ticchiolatura. Sempre con studi italiani è stato possibile  modificare la forma e la crescita nel pioppo o a migliorare la qualità delle proteine nel grano duro, un elemento fondamentale per la nostra tradizione di produzione di pasta, ha precisato il ministero.
 
Si tratta di applicazioni che potranno essere supportate attraverso ricerca in laboratorio in attesa che Bruxelles faccia chiarezza sulla diversità di queste biotecnologie rispetto al transgenico, aspetto che aprirebbe alla possibilità di sperimentazione in campo. L'Italia, insieme all'Olanda e diversi Stati membri, ha già sollevato più volte il tema all'interno del consiglio dei Ministri dell'Ue e la Commissione europea ha annunciato un primo documento tecnico al riguardo entro l'anno. 
 
"Vogliamo tutelare al massimo il nostro patrimonio unico di biodiversità che è il tratto distintivo che fa dell'Italia un punto di riferimento per il mondo a livello agroalimentare. Per farlo investiamo nella ricerca pubblica, concentrando le risorse su un programma di attività che punta su innovazione e sostenibilità" ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.
 
"In pochi anni possiamo essere leader sul fronte dell'agricoltura di precisione e delle biotecnologie sostenibili legate al nostro patrimonio colturale. Non siamo all'anno zero e vogliamo mettere a frutto le grandi professionalità dei nostri ricercatori, riconosciute anche a livello internazionale. Investiamo sulle migliori tecnologie per tutelare le nostre produzioni principali, dalla vite all'olivo, dal pesco al pero. Obiettivi chiari e ben definiti, con un percorso che guarda al futuro della nostra agricoltura. Anche in Europa va condotta una discussione definitiva perché queste biotecnologie vengano pienamente riconosciute, anche sotto il profilo giuridico, diversamente dagli Ogm transgenici" ha concluso il titolare del Mipaaf. 
Rosamaria Freda
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