03/12/2015 - 11:37

Agricoltura: il pomodoro cinese diventa sicuro e sostenibile

Il progetto europeo EUCLID svilupperà nuove strategie di produzione sostenibile per l'agricoltura cinese, migliorando l'impatto ambientale, la sicurezza e la salubrità dei prodotti. Il pomodoro è tra le colture al centro degli studi. Tra i Partner anche la catena Carrefour.
Non è un segreto che il pomodoro cinese sia una delle colture finite sotto i riflettori della cronaca recente per la sua presunta potenziale pericolosità per la salute del consumatore. La notizia ha avuto un impatto ancor più rilevante alla luce dell'importanza commerciale di questa coltura: il pomodoro infatti è tra gli ortaggi più consumati a livello mondiale. Le produzioni stanno crescendo e la Cina ne è diventato il principale produttore. Da un punto di vista fitosanitario, oltretutto, il pomodoro è tra gli ortaggi più contaminati per l'utilizzo spesso improprio di agrofarmaci. Se osserviamo i dati riportati dalla Food and Agricolture Organization (FAO) la produzione mondiale di questa solanacea è passata da meno di 20 milioni di tonnellate nel 1961 a più di 160 milioni di tonnellate nel 2013 (+490%). Era quindi prevedibile che l'Unione Europea si attivasse a tutela dei propri consumatori mettendo in campo tutti gli strumenti a propria disposizione per garantirne la sicurezza.

Di qui la particolare attualità del progetto quadriennale EUCLID, (acronimo di EU-CHINA Lever for Integrated Pest Management Demonstration), avviato da poche settimane e finanziato con oltre 3 milioni di Euro nell'ambito del programma Horizon 2020, che vede schierati - all'interno di un Consorzio coordinato dall'Institut National de la Recherche Agronomique (INRA) francese - sia Agroinnova, il Centro di Competenza per l'innovazione in campo agro-ambientale dell'Università di Torino, sia AgriNewTech Srl, spin-off accademico dell'Università di Torino, specializzato nell'erogazione di servizi e prodotti volti alla tutela delle risorse agro-ambientali e alla sicurezza alimentare attraverso l'utilizzo di biotecnologie applicate all'ambiente e all'agricoltura. Lo scopo del progetto è quello di sviluppare strategie di produzione sostenibile per l'agricoltura, migliorando così l'impatto ambientale e la sicurezza e la salubrità dei prodotti alimentari europei e cinesi. La collaborazione tra Europa e Cina è oggi più che mai fondamentale, vista l'enorme quantità di frutta e verdura, fresca e trasformata, commercializzata in tutto il mondo da entrambe le aree geografiche. La scelta delle colture interessate dal progetto (pomodoro, uva da tavola e da vino e ortaggi da foglia) è stata effettuata non solo per la loro importanza economica nella produzione ortofrutticola europea e cinese, ma anche per la loro rappresentatività di sistemi agricoli differenti, e dunque per trovare soluzioni di gestione integrata delle malattie e conseguenti sistemi di riduzione dei residui negli alimenti, che servano come modelli per sviluppare azioni future su altre colture.

"In agricoltura tutela del consumatore e protezione ambientale viaggiano sullo stesso binario - commenta Maria Lodovica Gullino, Direttore di Agroinnova - Come la protezione ambientale, anche la tutela del consumatore è ormai diventata una questione che va affrontata a livello globale: una partita che non può essere giocata solo in casa, ma che richiede interventi mirati oltre confine. La Cina è un paese fortemente agricolo, dove l'agricoltura conta per il 9% del PIL nazionale. Dato il ruolo espansivo di tale Paese nel mercato globale, la produttività agricola cinese richiede quindi una considerevole attenzione". In EUCLID viene dunque evidenziata la necessità di nuovi strumenti di difesa delle colture, pronti all'uso per gli agricoltori e pronti alla commercializzazione per le imprese. Uno dei principali obiettivi del progetto, infatti, è quello di ottimizzare e razionalizzare l'utilizzo dei metodi di lotta fitopatologica, per poi sviluppare innovativi agrofarmaci e agenti di difesa biologica in grado di contrastare le principali malattie delle colture interessate, tra cui appunto il pomodoro.

Il progetto è di particolare interesse per l'Italia in quanto negli ultimi vent'anni le importazioni di pomodori (per lo più trasformati, passati, concentrati, ecc.) dalla Cina sono aumentate in modo esponenziale, dalle appena 400 tonnellate del 1989 alle 70 mila tonnellate del 2012 e sono notevolmente calate dopo la crisi economica. È quindi evidente che le tecniche colturali, e non solo, con cui questi pomodori vengono prodotti, poi trasformati e infine portati sulle nostre tavole hanno una valenza non trascurabile per la ricerca scientifica. Non a caso, l'altro grande obiettivo di EUCLID, attestato dalla partecipazione di Carrefour Francia, Spagna e Cina, è quello di sviluppare innovativi metodi di lotta fitopatologica che non lascino residui chimici nei prodotti alimentari e che dunque garantiscano la salute e la sicurezza dei consumatori finali di tutto il mondo. "L'inizio della collaborazione tra il Centro di Competenza Agroinnova dell'Università di Torino e le istituzioni cinesi risale al 2000 - commenta Angelo Garibaldi, Presidente di Agroinnova. In questi quindici anni sono più di 20 i progetti portati a termine, nel campo del trasferimento tecnologico, della ricerca applicata e della formazione, con finanziamenti nazionali e internazionali. Dal canto suo, il governo cinese è impegnato da diversi anni a conformarsi alle convenzioni multilaterali sull'ambiente e ai protocolli con un impatto diretto sul settore agricolo; e sta spingendo fortemente per l'adozione da parte degli agricoltori di pratiche e tecnologie agricole con un basso impatto ambientale. Ritengo che l'esperienza maturata da Agroinnova negli ultimi 15 anni di lavoro in Cina potrà dare un contributo importante per il raggiungimento degli obiettivi del progetto EUCLID".
Marilisa Romagno
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