01/01/2013 - 01:00

Acque reflue, Calabria anno zero

I numeri e le storie della cattiva depurazione in Calabria nel dossier 'Acque nere' di Legambiente. Depuratori vecchi e malandati, senza manutenzione o in stato di completo abbandono, allacci alla rete fognaria abusivi e scarichi che vanno direttamente nei fiumi fino al mare.
Dei circa 700 impianti tra grandi medi e piccoli, sparsi in tutta la Calabria, la maggior parte non funziona o funziona male, con il risultato che oltre il 62% dei cittadini non è servito da un sistema efficiente di smaltimento dei reflui. Nonostante le ripetute segnalazioni, i sequestri, i dieci anni di gestione straordinaria e centinaia di milioni di euro stanziati per mettere a norma impianti guasti o ripristinare quelli in stato di totale abbandono, la situazione è drammatica come è emerso dall'ultima edizione di Goletta Verde e la Calabria risulta sul podio delle regioni con il mare più inquinato insieme a Campania e Sicilia.
Un quadro sconfortante quello tracciato da Legambiente che nel dossier 'Acque nere', presentato a Catanzaro torna a denunciare la grave carenza del sistema di depurazione in Calabria e a sollecitare interventi e proporre soluzioni prima che riesploda l'emergenza in piena stagione balneare.

All'incontro che si è tenuto ieri presso il palazzo della provincia di Catanzaro, c'erano il vice presidente di Legambiente Sebastiano Venneri, l'assessore all'ambiente della provincia di Catanzaro Maurizio Vento, il direttore di Legambiente Calabria Francesco Falcone e Andrea Dominijanni, della segreteria regionale Legambiente Calabria.
I dati degli ultimi 5 anni di attività ufficiali delle forze dell'ordine e dalla magistratura, raccolti da Legambiente, rivelano una condizione preoccupante e le storie delle indagini descrivono una realtà addirittura peggiore: manutenzione degli impianti inesistente, scarichi non allacciati perché all'interno di lottizzazioni abusive senza rete fognaria, versamenti illegali di fanghi di lavorazione industriale nei corsi d'acqua. Tra il 2006 e il 2010, i Carabinieri del Nucleo tutela ambiente, la Guardia di finanza, il Corpo forestale dello Stato e le Capitanerie di porto hanno accertato ben 1.689 reati legati alla depurazione e agli scarichi illegali in mare e la provincia di Reggio Calabria con 694 infrazioni accertate (41% del totale) detiene il record regionale di reati.

"I numeri dei sequestri e degli arresti - ha dichiarato Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente- rappresentano, purtroppo, solo la punta dell'iceberg o, se si preferisce, una goccia nel mare. In tutta la Regione, infatti, i casi di disprezzo per l'ambiente e per la salute collettiva sono molto più diffusi e ancora troppo tollerati. Una situazione che richiede un intervento immediato perché a pochi mesi dalla stagione balneare la prospettiva dell'ennesima emergenza inquinamento è più che un presagio. Gli amministratori locali, gli organi competenti e la Regione - ha concluso Venneri - affrontino i problema in modo concreto e corale perché in gioco c'è la salute dei calabresi e insieme il futuro del turismo in tutta la Calabria". "Proponiamo anche- conclude il vicepresidente di Legambiente - la composizione di una task force regionale in grado di garantire il necessario supporto tecnico e amministrativo, coordinare le attività di controllo e verificare la programmazione degli investimenti".
Per maggiori informazioni: www.legambiente.it
Marilisa Romagno
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