01/01/2013 - 01:00

Abiti in affitto per salvare il pianeta

È il punto di vista del Governo britannico, che per ridurre l'impatto ambientale della mole di beni di consumo che si accumulano nelle case dei suoi cittadini ha in progetto un programma per il riciclo di tutto ciò che dai proprietari non viene utilizzato.

Armadi pieni di abiti seminuovi, scarpe mai usate e cassetti colmi di gadget di cui non ci si ricorda nemmeno l'esistenza sono la normalità in molte case, ma dal punto di vista ambientale si tratta di un fenomeno inaccettabile. Alla base del progetto britannico vi è l'idea che un buon punto di partenza ai fini del raggiungimento di risultati concreti nel campo della sostenibilità ambientale sarebbe il superamento, da parte dei consumatori, dell'ossessione per gli acquisti.
In tal senso, l'obiettivo del programma è quello di convertire in affitti un quinto della spesa nazionale per beni di consumo (ossia l'equivalente di circa 164 miliardi di euro all'anno su un totale di oltre 814 miliardi), entro il 2020. Tale risultato potrebbe essere raggiunto coinvolgendo le catene dei rivenditori, che dovrebbero dedicare una parte della propria attività al riciclo dei beni usati. In pratica, quindi, il cittadino che conserva capi di abbigliamento o accessori (ma anche mobili o gadget di elettronica) che non utilizza più potrebbe introdurli nel circuito del riciclo e darli così in affitto a chi invece ne ha bisogno. Così facendo, ogni singolo bene potrebbe essere utilizzato più a lungo da più persone e il costo originario sarebbe ammortizzato completamente. I cittadini potrebbero finalmente liberare a cuor leggero le proprie case da tutte le cose inutili e chi desidera fare acquisti avrebbe la possibilità di farlo in modo più economico e perfino aiutando l'ambiente.

Tommaso Tautonico
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