11/03/2015 - 12:00

4 anni da Fukushima: radiottività ancora alta

A 4 anni dal disastro nucleare di Fukushima la radioattività è ancora alta. Dal monitoraggio svolto da Greenpeace risulta che il 59 per cento dei campioni presi in aree ufficialmente decontaminate era ancora oltre la soglia.
Esattamente quattro anni fa, l'11 marzo 2011, il disastro nucleare di Fukushima che si verificò in seguito al maremoto e allo tsunami, con la fusione dei noccioli di tre reattori della centrale. L'incidente, come Greenpeace valutò per prima, venne classificato dall'AIEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica) al grado 7, il massimo grado della scala, prima raggiunto solo dal disastro di Cernobyl.

Oltre 150 mila persone furono costrette ad abbandonare le loro case per sfuggire alla contaminazione radioattiva. Le stime ufficiali parlano di una quantità di rifiuti atomici che va dai 15 ai 28 milioni di metri cubi.

Dal monitoraggio della radioattività svolto da Greenpeace risulta che il 59 per cento dei campioni presi in aree ufficialmente "decontaminate" era ancora oltre la soglia, con i livelli più alti rilevati lontano dalle strade. Il lavoro di decontaminazione è servito in sostanza solamente a "spostare" il problema, ma non a liberarsene. Attualmente 120 mila persone non hanno ancora fatto ritorno nelle loro case e il processo di decontaminazione sembra non conoscere fine. Le colline, le montagne e le foreste della Prefettura di Fukushima sono fortemente contaminate. Il risultato è che il materiale radioattivo viene dilavato attraverso i corsi d'acqua e raggiunge anche aree precedentemente decontaminate, ricontaminandole.

Leggi qui i rapporti “L’impatto di Fukushima” e “La crisi del nucleare in Giappone” (in inglese) e la scheda “Fukushima: la situazione a 4 anni dal disastro in 10 punti” (in italiano)


Marilisa Romagno
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